VALORIZZAZIONE DELLA RICERCA INDUSTRIALE E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
L’innovazione tecnologica è ampiamente riconosciuta come un fattore determinante per rafforzare e mantenere nel tempo il vantaggio competitivo delle imprese e del sistema socio-economico in cui esse operano. L’attività di ricerca e sviluppo (R&S), ritenuta importante e sostenibile economicamente solo dalle imprese di grande dimensione, è diventata col tempo una necessità anche per le piccole e medie imprese.
Questo ha portato all’affermarsi di nuovi processi d’innovazione in cui la collaborazione tra imprese e università/centri di ricerca pubblici, ha assunto un’importanza strategica per lo sviluppo di conoscenze e know-how specifici. Sulla base di tali osservazioni risulta chiaro come sia necessario aumentare l’interazione tra il mondo della ricerca accademica e quello imprenditoriale attraverso modalità che possono portare a indubbi vantaggi per entrambi i partners quali pubblicazioni in partenariato, partecipazione a progetti comuni di ricerca, contratti di ricerca conto terzi, trasferimento di risorse umane, creazione di imprese spin-off e commercializzazione dei brevetti.
In questo contesto si sono affermati nuovi modelli societari come le società consortili a responsabilità limitata (S.c.a.r.l), nate con l’obiettivo di valorizzare i risultati della ricerca e di trasferire le conoscenze possedute dal partner pubblico verso il sistema industriale.
Nel nostro caso il ruolo esercitato da SORRISO S.c.a.r.l. nel coordinamento e nell’armonizzazione i vari soggetti coinvolti nelle attività di ricerca e sviluppo ha consentito:
Le attività di trasferimento tecnologico della società consortili (S.c.a.r.l.) possono essere classificate in due principali categorie: (i) la brevettazione dei risultati della ricerca ed il licensing della relativa proprietà intellettuale e (ii) lo sviluppo di nuove imprese tipo “spinoff della ricerca”.
Di seguito sono riportate una serie di approfondimenti aventi ad oggetto aspetti fondamentali relativi al brevetto industriale ed agli spin-off.
IL BREVETTO
Il brevetto per invenzione è l’istituto giuridico attraverso il quale l’ordinamento assicura al titolare il diritto di utilizzazione esclusiva dell’invenzione per un periodo di tempo limitato. Ha una durata di 20 anni a decorrere dalla data del deposito della domanda e non può essere rinnovato alla scadenza.
Il titolare di un brevetto ha il diritto di escludere altri soggetti dall’utilizzo dell’invenzione oggetto della copertura brevettuale. Il principio di territorialità stabilisce che l’efficacia del diritto di esclusività conferito dal brevetto sia relativo all’ambito dello stato che lo ha rilasciato.
Esistono almeno due tipologie di brevetto: il brevetto per invenzione e il modello di utilità.
Il brevetto per invenzione è la forma di protezione più robusta che in genere si concede a scoperte caratterizzate da un elevato grado di innovazione capaci di fornire soluzioni nuove ed originale a problemi tecnici mai risolti prima.
Il modello di utilità è un tipo di brevetto che esiste in Italia ed in pochi altri Stati. Tuttavia tale strumento mostra difficoltà maggiori legate alla sua protezione poiché ha una durata inferiore al brevetto industriale (dura 10 anni) e non è rinnovabile. In genere si ricorre al modello di utilità per proteggere quegli oggetti che rappresentano una modifica migliorativa di oggetti già esistenti. Sono esclusi dalla brevettazione come modello di utilità i procedimenti industriali nonché tutte le invenzioni chimiche, biotecnologiche ed elettroniche. Poiché in molti casi la scelta tra invenzione e modello di utilità non è semplice la legge contempla la possibilità di effettuare un “doppio deposito” (art.84 CPI), ovvero un deposito contemporaneo della stessa domanda di brevetto sia come invenzione che come modello di utilità, lasciando che sia l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi a scegliere tra l’una e l’altra soluzione.
La classificazione internazionale dei brevetti IPC (International Patent Classification) rappresenta il sistema più utilizzato a livello internazionale per i brevetti e i modelli d’utilità. Istituita a seguito dell’Accordo di Strasburgo del 1971, la IPC è uno strumento molto potente per la ricerca nei database di brevetti già depositati. Dal 2006 ad oggi è in uso la versione n.8, che contiene circa 70.000 voci.
La IPC non viene utilizzata solo per classificare e reperire brevetti, ma anche per ricercare pubblicazioni, articoli scientifici e testi tecnici in generale, al fine di valutare lo stato dell’arte in un particolare settore.
Un aspetto molto importante è rappresentato dalla titolarità del brevetto. In generale il diritto al brevetto spetta all’autore dell’invenzione o ai suoi aventi causa. Quando una invenzione nasce in seguito all’esecuzione di un contratto di lavoro o di un impiego, la titolarità del brevetto spetta al datore di lavoro, pur riconoscendo al dipendente inventore il diritto di esserne l’autore. Tuttavia, se l’attività che ha portato all’invenzione non è oggetto del rapporto di lavoro, il lavoratore-inventore ha diritto anche ad un equo-premio.
Inventori dipendenti della società [1]
In Italia le invenzioni sviluppate in presenza di un rapporto di lavoro subordinato sono assegnate in linea di principio al datore di lavoro.
L’art. 64 del CPI distingue tre diverse situazioni:
[2]Inventori dipendenti da enti pubblici di ricerca (es. Università o CNR)
L’art. 65 CPI prevede che, quando il rapporto di lavoro intercorre con un’Università o con una Pubblica Amministrazione, il ricercatore è titolare esclusivo dei diritti derivanti dall’invenzione brevettata di cui è autore. In caso di più autori, i diritti derivanti dall’invenzione appartengono a tutti in parti uguali, salvo diversa pattuizione.
Requisiti di brevettabilità:
Sebbene le fasi di concessione di un brevetto possono variare a seconda dell’ufficio competente, di seguito si riporta una flow chart riassuntiva relativa all’iter tipico relativo alla presentazione di una domanda di brevetto e concessione.
(Figura1): Flow chart dell’iter procedurale che porta dal deposito della domanda di brevetto alla sua concessione.
Verifica della ricevibilità della Domanda ed esame preliminare
Esame formale svolto dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM). In questa fase è possibile che l’ufficio competente possa richiedere integrazioni al materiale consegnato.
Ricerca di anteriorità
Ricerca effettuata dall’Ufficio brevetti Europeo (EPO) sulla base dell’accordo siglato con l’UIBM, laddove l’esame formale si sia concluso positivamente ed entro cinque mesi dal suo deposito.
Pubblicazione
Accessibilità della domanda di brevetto 18 mesi dopo il suo primo deposito. È possibile richiedere una anticipazione della pubblicazione da parte del titolare, che non può avvenire prima di 90 giorni dal deposito.
Esame sostanziale
Ha anche lo scopo di verificare che l’oggetto del brevetto non si estenda oltre il contenuto della domanda iniziale e la verifica viene effettuata dall’UIBM.
Concessione
Con l’attestato emesso dall’UIBM, tale atto conferisce i diritti esclusivi all’inventore ed è importante evidenziare la data in cui la domanda è stata resa accessibile al pubblico.
Estensione
Questa procedura può avvenire a partire dal dodicesimo mese dalla data di deposito, da parte dell’inventore, che porta all’estensione europea o internazionale dello stesso brevetto al di fuori dello stato in cui è stata effettuata domanda di deposito.
Altro aspetto importante da considerare è relativo [3]alle tariffe per l’ottenimento del brevetto industriale.
Di seguito una serie di prospetti relativi agli oneri legati al deposito ed al mantenimento del brevetto industriale.
DIRITTI DI DEPOSITO
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
Se descrizione, riassunto, rivendicazioni e disegni sono in modalità telematica | 50,00 |
se descrizione, riassunto, rivendicazioni e disegni sono in formato cartaceo e non superano le 10 pagine (escluse rivendicazioni in inglese) | 120,00 |
se descrizione, riassunto, rivendicazioni e disegni sono in formato cartaceo e superano complessivamente le 10 pagine ma non superano le 20 pagine (escluse rivendicazioni in inglese) | 160,00 |
se descrizione, riassunto, rivendicazioni e disegni sono in formato cartaceo e superano complessivamente le 20 pagine ma non superano le 50 pagine (escluse rivendicazioni in inglese) | 400,00 |
se descrizione, riassunto, rivendicazioni e disegni sono in formato cartaceo e superano complessivamente le 50 pagine (escluse rivendicazioni in inglese) | 600,00 |
per ogni rivendicazione oltre la decima | 45,00 |
per il rapporto di ricerca redatto dall’Ufficio Europeo Brevetti (in assenza della traduzione in lingua inglese delle rivendicazioni) | 200,00 |
DIRITTI PER MANTENERE IN VITA IL BREVETTO OLTRE IL QUARTO ANNO DI DEPOSITO
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
quinto anno | 60,00 |
sesto anno | 90,00 |
settimo anno | 120,00 |
ottavo anno | 170,00 |
nono anno | 200,0 |
decimo anno | 230,00 |
undicesimo anno | 310,00 |
dodicesimo anno | 410,00 |
tredicesimo anno | 530,00 |
quattordicesimo anno | 600,00 |
quindicesimo anno e seguenti fino al ventesimo anno | 650,00 |
MORA PER RITARDATO PAGAMENTO DEI DIRITTI
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
per il ritardo nel pagamento (entro il semestre successivo alla scadenza) | 100,00 |
DIRITTI PER TRASCRIZIONI
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
per ogni brevetto | 50,00 |
COSTO DI BOLLO PER DEPOSITARE UNA ISTANZA DI TRASCRIZIONE
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
deposito telematico (importo omnicomprensivo) | 85,00 |
deposito cartaceo |
UNA marca da bollo da 16,00 euro sull’istanza + una marca da bollo ogni 4 pagine su atto (notarile, scrittura privata registrata all’Agenzia delle Entrate o dichiarazione etc…) |
DIRITTI DI CONTINUAZIONE DELLA PROCEDURA (ART. 192 CPI)
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
per l’istanza di continuazione della procedura entro i due mesi successivi al termine non rispettato | 300,00 |
DIRITTI DI SEGRETERIA (PER SINGOLO FASCICOLO)
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
diritti di segreteria per la richiesta di copie autentiche, estratti e copie semplici |
3,00 |
TARIFFE PER L’ATTIVITÀ DI FOTOCOPIATURA O RIPRODUZIONE (PER SINGOLO FASCICOLO)
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
Fotocopiatura o riproduzione di un fascicolo di brevetto per invenzione Industriale | 4,00 |
TARIFFE PER LA TRASMISSIONE DELLA DOCUMENTAZIONE (PER SINGOLO FASCICOLO)
VOCE DI COSTO | TARIFFA (€) |
rasmissione a mezzo posta in Italia | 10,00 |
trasmissione a mezzo posta all’estero | 50,00 |
trasmissione a mezzo fax in Italia | 15,00 |
trasmissione a mezzo fax nell’UE | 70,00 |
trasmissione a mezzo fax nei paesi extra UE | 300,00 |
IMPOSTA DI BOLLO SU DOMANDE DI BREVETTO PER INVENZIONE INDUSTRIALE, MODELLO DI UTILITÀ E DISEGNI E MODELLO
Per ogni domanda di concessione o di registrazione di brevetto per invenzione, modello di utilità, disegno e modello ove alla stessa risulti allegato uno o più dei seguenti documenti: 1) lettera di incarico a consulente di proprietà industriale o riferimento alla stessa;
2) richiesta di copia autentica del verbale di deposito;
3) rilascio di copia autentica del verbale di deposito: euro 20,00.
SPIN-OFF
Gli spin-off o start-up universitari sono organismi di diritto privato aventi come oggetto sociale preminente l’utilizzazione dei risultati della ricerca universitaria, al fine di sviluppare prodotti o servizi di carattere innovativo.
Il decreto n. 168 del 10 agosto 2011 emanato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca stabilisce che gli spin-off o start-up universitari devono essere costituiti su iniziativa dell’università o del personale universitario, o prevedere modalità di ingresso nella compagine sociale dell’università ovvero di partecipazione del personale universitario.
Ad oggi Università ed Enti di Ricerca adottano propri regolamenti che disciplinano i rapporti tra il soggetto pubblico e lo spin-off, e definiscono in dettaglio le procedure per la costituzione e la partecipazione del personale (professori, ricercatori, dottorandi, assegnisti, ecc.) e di altri soggetti. Gli spin-off possono essere di due tipi: universitari (se prevedono la partecipazione al capitale sociale dell’Università stessa) o accademici (se non prevedono tra i soci l’Università ma solo il personale afferente all’Università).
Secondo il rapporto 4Netval del 2018 sulla localizzazione regionale degli spin-off, (Figura 2), la Toscana ospita il maggior numero di tali imprese, seguita dalla Lombardia e dal Piemonte. Quote più contenute si rilevano in Liguria, Marche, Campania e Friuli Venezia Giulia. Nel rapporto emerge che, sebbene si sia registrato negli ultimi anni un lieve cambiamento nel tasso di crescita di una regione rispetto ad un’altra, il quadro complessivo si presenta sostanzialmente stabile. In particolare, tra le regioni del Mezzogiorno, la Campania si attesta al secondo posto, dopo la Puglia, per numero di spin-off (19%).
Figura 2: [4]Localizzazione geografica delle imprese spin-off attive al 31 ottobre 2017
Relativamente ai settori di attività (Figura 3) degli spin-off attivi, Il peso relativo maggiore è rappresentato dalle imprese impegnate nei comparti dei servizi per l’innovazione (attualmente il primo settore più rappresentato, con un’incidenza del 26,4% sul totale) seguito da energia e ambiente (16,7%) e da life sciences (15,3%). Tuttavia non sono da trascurare il comparto biomedicale e quello delle nanotecnologie.
Figura 3: [5]Settori di attività delle imprese spin-off attive al 31 ottobre 2017
Dal rapporto Netval si evince anche che il tessuto imprenditoriale, la presenza d’istituti di ricerca e gli assetti regionali siano fattori determinanti nel supportare la crescita e lo sviluppo di Spin-off innovativi.
FOCUS SUL SETTORE BIOTECH
Nonostante il periodo di crisi economica, le imprese operanti nel settore Biothech hanno fatto registrare un significativo incremento. Basti pensare che circa un quarto delle imprese biotecnologiche ha avuto luce negli ultimi cinque anni.
Il settore Biotech presenta alti tassi di sviluppo in termini di numero di imprese, capitalizzazione, quantità di brevetti depositati e aree applicative e può fare affidamento su crescenti investimenti sia nel settore della ricerca che della produzione.
L’Italia è terza in Europa per numero di aziende Biotech.
La maggior parte (47%) di queste imprese si trovano nei Parchi scientifici e tecnologici o negli incubatori industriali. I centri di ricerca e le università si sono dimostrati ottimi strumenti capaci di sviluppare iniziative utili al sostegno di questi settori emergenti. Infatti quasi un’impresa su due operante nel campo delle biotecnologie è uno spin-off, che per l’80% trova origine da organismi pubblici di ricerca. Invece, gli spin-off di natura industriale hanno una forte connotazione settoriale relativa al campo della salute umana e della chimica verde.
Queste osservazioni mostrano come il settore delle biotecnologie contribuisca in maniera significativa alla crescita ed allo sviluppo del Sistema Paese. Infatti le realtà operanti in questo settore riescono a superare limiti strutturali nazionali quali la bassa rilevanza dei settori ad alta intensità di ricerca e le dimensioni spesso piccole delle loro realtà.
La grande potenzialità delle imprese Biotech è rappresentata da caratteristiche quali l’appartenere ad un contesto a più alta intensità di ricerca ed innovazione e con un alto tasso di occupazione qualificata. Inoltre queste imprese si avvalgono di tecnologie abilitanti che permettono di creare prodotti e servizi che si posizionano su mercati con caratteristiche e dinamiche molto diverse.
[1]Fonte (https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/brevetti/chi-puo-brevettare)
[2] Fonte: https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/brevetti/chi-puo-brevettare
[3] fonte: https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/tasse-e-tariffe/costi-brevetti-per-invenzione-industriali
[4] Fonte https://netval.it/static/media/uploads/rapporto_netval_2018.pdf)
[5] Fonte https://netval.it/static/media/uploads/rapporto_netval_2018.pdf)